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giovedì 14 luglio 2011

I potenti del mondo

Chi tira i fili per tutte le popolazioni del mondo? 

Su 6,8 miliardi di persone, Forbes ne ha selezionate 68, i magnifici 68. Ed è così che ce li propone, tutti in fila appassionatamente come dentro una scatola di biscotti assortiti. Capi di Stato, primi ministri, proprietari e amministratori d'azienda, criminali, presentatori televisivi e leader religiosi (per la verità uno solo, il “nostro” Benedetto XVI).
A una prima occhiata, la classifica sembra piuttosto canonica, con sette delle prime 10 posizioni saldamente nelle mani di politici di professione. Capofila è però il vecchio Hu Jintao, il leader del partito/Stato comunista cinese che ha soffiato il primo posto al presidente degli Stati Uniti, segno che i tempi sono davvero cambiati. Alla fine, se si escludono Barak Obama e David Cameron, è una classifica di vecchi (61,7 anni è l'età media della top ten). C'è persino il papa, addirittura in quinta posizione.

Questioni di metodo

La metodologia utilizzata dalla rivista americana per decriptare la mappa ubiqua della potenza umana è rigorosa. Quattro linee guida: numero di persone su cui viene amministrata l'influenza, quantità di risorse finanziarie a disposizione, accentramento di potere derivanti da interessi multipli (e qui Forbes spiega esplicitamente il motivo della scelta di Silvio Berlusconi così in alto, al 14esimo posto mondiale), effettiva manifestazione pratica del potere (una distinzione potenza/atto che spiega, per esempio, l'assenza dalla lista del “morbido” signor Ikea, al secolo Ingvar Kamprad).
In ragione dei sopracitati quattro comandamenti, la classifica è piena zeppa di gente in doppiopetto. Ma scandagliandola fino in fondo si incontrano scelte quantomeno discutibili. Come giustificare, per esempio, la 57esima posizione di Osama bin Laden quasi dieci anni dopo l'11 settembre? È vero che la sua influenza, diciamo carismatica, ammalia ancora molti cuori islamisti, ma in fondo si tratta di un signore che da anni parla soltanto attraverso il mangianastri della rete, spesso in differita di qualche settimana, nascosto non si sa dove in qualche sperduto Paese del mondo, braccato da una buona metà del globo terrestre.
E il narcos messicano Joaquin Guzman Loera? Per gli americani è il 60esimo uomo più potente del mondo. Punto. D'accordo, “El Chapo Guzman” è ricchissimo, condiziona gran parte del narcotraffico diretto a Nord, ma è un altro che non può neanche pensare di mettere un piede fuori dalla costa pacifica messicana, quella controllata dal suo cartello di Sinaloa, senza che si verifichi uno dei due seguenti accadimenti: assassinio o arresto. Niente male per un onnipotente.

Tutte queste persone sono senza scupoli, non hanno dignità morale e ne rispetto per l' umanità.
Non si fanno problemi a causare disagi in tutti i paesi che loro stabiliscono, come fosse un video game, o una bella partita a soldatini, stabiliscono quello che un governo deve fare, dire o per meglio dire accettare le loro condizioni imposte.

Fonte: Lettera43

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