I
paesi membri non abbassino la guardia sul risanamento dei conti: per
centrare gli obiettivi del Patto di Stabilità servirebbero nuove manovre
nel 2015-16. Sono le parole forti e chiare lanciate dagli analisti
della Bce in un articolo pubblicato sull'ultimo Bollettino mensile
dell'istituto. «È necessario ma è anche probabile che entro il 2016 la
maggior parte dei governi adotti ulteriori interventi di risanamento»,
si legge nel testo. «Serve infatti ulteriore impegno nel riequilibrio
dei conti per ripristinare finanze pubbliche solide nell'area dell'euro.
In assenza di tale riequilibrio - si legge nel testo - vi è il rischio
di ricadute negative sui titoli di Stato. Inoltre, le ulteriori
possibili conseguenze avverse sul clima di fiducia potrebbero ostacolare
la ripresa dell'economia». Gli analisi si basano su ipotesi che
includono tutti i provvedimenti già approvati dai parlamenti nazionali, o
che sono stati definiti in sufficiente dettaglio dai governi e
probabilmente supereranno l'iter legislativo. «Per la maggior parte dei
paesi le misure considerate nello scenario di base delle proiezioni - si
sottolinea - non bastano a realizzare il risanamento richiesto nel
quadro del meccanismo correttivo e di quello preventivo del Patto di
stabilità e crescita».
L'impegno
a soddisfare tali requisiti si riflette ampiamente negli obiettivi di
bilancio delineati dai governi nelle leggi di bilancio o nei progetti di
documenti programmatici di bilancio per il 2014, spiegano gli analisti
della Bce.
Tuttavia, «gli interventi tesi al raggiungimento di tali obiettivi spesso mancano oppure non sono sufficientemente precisati nel dettaglio e, pertanto - si legge - non se ne tiene conto nello scenario di base delle proiezioni, in particolare per il 2015-2016, periodo che non è compreso nelle manovre di finanza pubblica e nelle leggi di bilancio di gran parte dei paesi».
Il punto è dunque il «divario» fra gli obiettivi di bilancio dei governi e lo scenario dei conti pubblici utilizzato per le proiezioni. Ma non solo, gli analisti rilevano «incertezze» nei target di finanza pubblica fissati dai governi con la probabilità di ulteriori interventi di risanamento.
In base a queste premesse, per «l'area dell'euro si valuta un risanamento aggiuntivo pari a circa lo 0,1% del Pil nel 2014, mentre ulteriori interventi di riequilibrio saranno probabilmente adottati nel 2015 (intorno allo 0,6%) e in misura inferiore nel 2016 (circa lo 0,3%); il valore cumulato si collocherebbe quindi intorno all'1% del Pil entro la fine del 2016», affermano gli esperti della Bce.
Tuttavia, «gli interventi tesi al raggiungimento di tali obiettivi spesso mancano oppure non sono sufficientemente precisati nel dettaglio e, pertanto - si legge - non se ne tiene conto nello scenario di base delle proiezioni, in particolare per il 2015-2016, periodo che non è compreso nelle manovre di finanza pubblica e nelle leggi di bilancio di gran parte dei paesi».
Il punto è dunque il «divario» fra gli obiettivi di bilancio dei governi e lo scenario dei conti pubblici utilizzato per le proiezioni. Ma non solo, gli analisti rilevano «incertezze» nei target di finanza pubblica fissati dai governi con la probabilità di ulteriori interventi di risanamento.
In base a queste premesse, per «l'area dell'euro si valuta un risanamento aggiuntivo pari a circa lo 0,1% del Pil nel 2014, mentre ulteriori interventi di riequilibrio saranno probabilmente adottati nel 2015 (intorno allo 0,6%) e in misura inferiore nel 2016 (circa lo 0,3%); il valore cumulato si collocherebbe quindi intorno all'1% del Pil entro la fine del 2016», affermano gli esperti della Bce.
Insomma,
la Bce detta l'agenda dell'austerità dei prossimi anni e i Paesi membri
dovranno fare altre manovre 'lacrime e sangue' per rispettarla. Serve
davvero un'altra Europa e anche un'altra banca europea.
Fonte: controlacrisi.org
Fonte: controlacrisi.org
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