Allarme inquinamento radioattivo da torio 232 in Friuli, nel poligono militare Cellina-Meduna
L’eurodeputato
Andrea Zanoni, eletto nell’Italia dei Valori e che aderisce al gruppo
Democratici e Liberali, ha presentato un’interrogazione alla Commissione
europea sulla preoccupante contaminazione da torio 232 registrati
nell’area del poligono militare Cellina-Meduna di Cordenons, San
Quirino, Vivaro e San Giorgio della Richinvelda, in Provincia di
Pordenone.
Zanoni,
che si presenta ora come eurodeputato Pd, fa parte della commissione
Envi ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare al Parlamento
europeo, e chiede che «l’Ue intervenga per evitare la contaminazione
dalla sostanza tossica e radioattiva. I dati dell’Arpa pubblicati a fine
dicembre parlano chiaro. Bisogna evitare ogni rischio per l’ambiente e
la salute dei cittadini».
L’Agenzia
regionale per la protezione ambientale del Friuli-Venezia Giulia ha
infatti comunicato i dati delle analisi effettuate a fine dicembre al
Comando della 132esima Brigata Ariete dell’esercito di Cordenons alla
Regione, alla Provincia e alla Prefettura di Pordenone, ai Comuni
interessati ed all’Azienda per i servizi sanitari. «Nello specifico – si
legge in una nota di , Zanoni – in 4 degli 8 bersagli (carcasse di
carri armati utilizzati per l’addestramento a fuoco) analizzati
dall’Arpa, è stata riscontrata una presenza di torio 232 notevolmente
superiore al livello normalmente presente in natura, avente origine
artificiale e presumibilmente collegata alle attività di addestramento
militare. Si tratta probabilmente dell’eredità lasciata dalle
esercitazioni svoltesi tra gli anni ’80 e ‘90 nel sito: tra il 1986 e il
2003, infatti, le compagnie dell’Esercito italiano avevano in dotazione
missili anticarro spalleggiabili “Milan”, che emettevano torio 232 (gli
stessi utilizzati nel poligono interforze di Quirra in Sardegna,
tristemente noto per gli effetti prodotti dalla contaminazione da torio
232)».
Il
Comando della Brigata Ariete, che gestisce l’area demaniale “Poligono
Cellina–Meduna”, a ridosso del Sito d’interesse Comunitario (Sic), aveva
già effettuato monitoraggi ambientali e rilevato limiti superiori alla
soglia consentita di cadmio, antimonio, piombo, nichel, zinco, rame e
vanadio in 3 degli 8 siti utilizzati dai militari per gli addestramenti.
Le aree interessate dal campionamento sono state recintate con paletti
di ferro e filo spinato per impedire l’accesso a uomini e animali, anche
con cartelli di divieto di accesso nel raggio di 300 metri. La zona
sarà preclusa ad ulteriori attività di addestramento per evitare
incrementi dei valori di soglia.
Il
Sic “Cellina-Meduna”, con il vicino il Sic delle Risorgive del
Vinchiaruzzo, sono gestiti dalla Regione Friuli Venezia Giulia e gli
ambientalisti chiedono da tempo un regolamento che stabilisca le
attività vietate e quelle consentite all’interno dell’area e nelle zone
limitrofe. I due fiumi che scorrono in questa zona, il Cellina ed il
Meduna, formano depositi ghiaiosi con una notevole biodiversità,
rappresentata da molte specie faunistiche e vegetali iscritte a diverse
liste di specie da salvaguardare.
Zanoni
nell’aprile 2013 aveva già fatto un sopralluogo nel poligono ed ora
nella sua interrogazione sottolinea che «il torio 232 è un metallo
radioattivo che emette particelle sei volte più pericolose per la salute
umana rispetto a quelle rilasciate dall’uranio impoverito e che
raggiunge il massimo della tossicità circa 20-25 anni dopo il suo
utilizzo. Inoltre si rischia di devastare l’area dei “Magredi” tutelata
quale Sito d’Interesse Comunitario (Sic) e Zona a Protezione Speciale
(Zps) ai sensi delle direttive Habitat 92/43/CEE e Uccelli 2009/147/CE
in ragione della grande varietà della flora e della fauna presenti. Sono
urgenti approfondite verifiche sulla falda acquifera, visto che si
tratta di terreni molto permeabili e i veleni presenti possono essere
facilmente veicolati nel sottosuolo e poi direttamente nella falda. È
necessario caratterizzare tutta l’area del Sic con campionamenti sulla
matrice del suolo, del sottosuolo, dell’acqua e dell’aria. Dopo la
caratterizzazione, utile a determinare il fenomeno di inquinamento sotto
il profilo dell’estensione, dell’intensità e della tipologia delle
sostanze inquinanti, bisogna passare immediatamente alla fase della
bonifica».
L’eurodeputato
italiano conclude: «Ho chiesto pertanto alla Commissione europea sia
una verifica su questo caso specifico che notizia di eventuali casi
analoghi in altri Paesi Ue proprio per sapere come sono stati affrontati
e bonificati».
Fonte greenreport.it
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