DI AMBROSE EVANS-PRITCHARD
Telegraph
L'ultimo baluardo sta cadendo. Anche la venerabile Bundesbank sta arretrando come i gamberi verso un quantitative easing.
Sembra che l’inflazione in calo in Germania abbia finalmente tolto dalle sue certezze ideologiche il sacerdozio monetario.
Oppure, per dirla in altro modo, il Pfennig si è accorto che
l’Eurolandia è a un passo dalla trappola deflazionistica, un risultato
che potrebbe determinare il caos a causa delle dinamiche debitorie
dell'Europa meridionale, rendendo impraticabile l'euro e, in ultima
analisi, infliggere danni enormi alla Germania.
Il capo della Bundesbank, Jens Weidmann, non era proprio giulivo per il
QE nel commento rilasciato a Market News questa mattina, questo va
detto, ma il fatto segna un netto cambiamento politico.
"Le misure non convenzionali prese in considerazione sono un territorio
in gran parte inesplorato. Ciò significa che dobbiamo discutere sulla
loro efficacia, e anche sui costi e gli effetti collaterali”, ha detto:
"Questo non significa che un programma di QE sia da escludere
assolutamente. Ma dobbiamo fare in modo che il divieto di monetizzazione
sia rispettato."
Almeno possiamo mettere in soffitta l'argomento fasullo secondo cui il
Trattato dell’UE (Articolo 123) vieta i QE da parte della Banca Centrale
Europea. Questa tesi è stata sempre una cortina di fumo. Gli acquisti
di obbligazioni sono di solito definiti operazioni di mercato aperto,
uno strumento delle banche centrali che risale ai primordi della storia
monetaria. L'acquisto di titoli a tappeto (non solo quelli degli stati
insolventi) è uno strumento standard di gestione.
Il signor Weidmann ha detto che preferisce i tassi di interesse negativi
come prima opzione. Si tratta dell’ammissione da parte della BCE di
quanto sia allarmata dalla forza dell'euro, che si sta avvicinando alla
soglia del dolore di 1,40 dollari, dal momento che i tassi negativi sono
un modo ultrasicuro per far abbassare il prezzo della valuta.
"Se si voleva contrastare le conseguenze di un forte apprezzamento
dell'euro per le prospettive inflazionistiche, i tassi negativi sembrano
comunque essere una misura più appropriata di altre", ha detto. Proprio
così.
Christine Lagarde del FMI ha riferito che il rischio deflazione in
Europa può essere dato al 20 per cento, parecchio, visto i danni che
potrebbe fare. Infatti, come spiegato da un articolo del FMI, il
problema è già enorme anche a livelli bassissimi di inflazione.
Sappiamo tutti cosa potrebbe spingere l'Europa oltre l’ostacolo. La Cina
ha investito lo scorso anno 5 trilioni di dollari in capitale fisso,
tanto quanto Stati Uniti e Europa insieme, creando un ulteriore eccesso
nell'economia mondiale. Ciò sta inviando un impulso deflazionistico in
Europa, ancor di più se si pensa che la Cina ha svalutato lo yuan del 2%
quest'anno.
Come si può vedere dal grafico qui sotto, questa mattina dalla Spagna
abbiamo avuto un fresco allarme deflazionistico. L’inflazione alla
produzione è al -2,9%.
L’indice HICP di Eurostat sull'inflazione "a tassi costanti" - al netto
dell’austerità - dimostra che 23 dei 28 paesi dell'Unione Europea hanno
visto un calo dei prezzi negli ultimi sette mesi.
In parole povere, l'inflazione da giugno sta correndo a un tasso
inferiore all’1% in Francia, al 2% in Olanda, Belgio e Slovenia, meno
del 4% in Italia, Spagna e Portogallo, meno del 6% in Grecia, e meno del
10% a Cipro. Svezia e Svizzera sono già in deflazione.
Sono tutti a sperare in un QE, come alcuni in Germania riconoscono. Il
direttore di DIW, Marcel Fratzscher, ha detto il mese scorso che la BCE
dovrebbe effettuare acquisti mensili di obbligazioni per 60 miliardi di
€.
“Per la BCE è giunto il momento di agire. Altrimenti l'Europa rischia di
cadere in una pericolosa spirale verso il basso", ha detto.
"La BCE deve contrastare la minaccia di deflazione con rapidità e
decisione, e lanciare un programma di larga scala per l’acquisto di
obbligazioni sul modello della Federal Reserve", ha detto. La quantità
mensile dovrebbe essere pari allo 0,7 per cento del debito pubblico
dell’eurozona, quindi paragonabile al "QE3" degli Stati Uniti.
Gli storici osservano questo episodio e si chiedono come la BCE possa
giustificare di aver permesso un'inflazione che si è ripiegata allo
0,7%, di aver lasciato che l’aggregato M3 si sia atrofizzato sullo zero
per nove mesi, e di aver lasciato contrarre il credito in tutta l’UEM
per mesi e mesi a un ritmo accelerato.
Mario Draghi della BCE ha molte qualità, ma le sue reiterate
affermazioni di un‘assenza di rischio deflazionistico in Europa – e che
la situazione è simile a quella del Giappone alla fine degli anni ’90 -
non sono molto edificanti.
Ieri a colazione ho parlato col professore di Tokyo Motoshige di questo
parallelo col Giappone. (È membro del Consiglio sulle Politiche
Economiche e Fiscali del Giappone ed è un architetto chiave
dell’Abenomics) .
"L'Europa è in una posizione molto simile a quella del Giappone negli
anni ’90”, ha detto, annuendo vigorosamente sul fatto che la BCE sia
compiacente con sé stessa. Per alcuni aspetti la zona euro è in una
forma peggiore, perché manca di un sistema bancario e fiscale unificato,
o di un governo coerente che sia in grado di prendere decisioni rapide
in caso di crisi, ha detto.
È una questione interessante sapere se la Bundesbank possa facilmente
appoggiare un QE dopo che la Corte costituzionale tedesca ha stabilito
il mese scorso in tono imperioso che il piano di salvataggio della BCE
per le obbligazioni di Italia e Spagna (OMT) è probabilmente
"arbitrario".
Ha affermato che l’OMT "eccede il mandato di politica monetaria della
BCE, viola le competenze degli Stati membri, e trasgredisce il divieto
di finanziamento monetario del bilancio".
La sentenza non vieta gli acquisti di obbligazioni da parte della BCE in
quanto tali, ma alza l’asticella politica per il quantitative easing a
un livello quasi irraggiungibile.
L'ironia è che Weidmann di Bundesbank è lui stesso responsabile per la
ferocia della sentenza della Corte. È stato lui che alle udienze ha
testimoniato in modo tranciante - anche se educato, come sempre - contro
le politiche della BCE.
Riuscirà ora a liberarsi dalla sua stessa trappola?
Fonte: comedonchisciotte.org
DI AMBROSE EVANS-PRITCHARD
Telegraph
Link: Monks recant: Bundesbank opens the door to QE blitz
Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da SUPERVICE
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